Blog

Lucca-Parole d'oro-Prato a Sigliori (Lucca-Capannori)

Nei tempi antichi sembra esistesse un acquedotto, forse sotterraneo, che partiva dalla zona di Moriano e alimentava alcune fontane all'interno delle mura lucchesi. Nel medioevo, però, tali fonti andarono perdute. A Lucca la necessità di un acquedotto si fece più pressante nel XVIII° secolo; le famiglie benestanti si facevano portare l’acqua direttamente dalle colline circostanti. Quelle meno abbienti, invece, si servivano dei pozzi. L’acqua dei pozzi, che spesso era “malsana”, portava però al diffondersi di gravi epidemie.
Furono prese in considerazione diverse ipotesi da dove prelevare l’acqua necessaria e furono realizzati diversi progetti. Nel 1732, Giuseppe Natalini fece uno studio per prendere l'acqua da Badia di Cantignano. Nel 1763 vennero stanziati fondi per lo studio e la costruzione dell'acquedotto. In seguito a una relazione di Attilio Arnolfini - che consultò molti esperti teorici e pratici - fu deciso di prelevarla dal monte di Guamo. I lucchesi dovettero però aspettare fino al 1812 per veder iniziare i lavori per la costruzione dell'acquedotto su progetto del francese Sambucy, anche se purtroppo furono realizzate solo poche fondazioni perché i lavori vennero sospesi nel marzo del 1814 a seguito alla caduta dei Baciocchi.
Dieci anni dopo, nel 1822, Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, delibera la costruzione dell’acquedotto e affida la sovrintendenza dei lavori al Regio Architetto Lorenzo Nottolini, che modifica il progetto iniziale e nomina direttore dei lavori Giuseppe Valentini. Una delle modifiche riguardava l’eliminazione dell' arcata finale, che terminava al baluardo S. Colombano, per non compromettere l’integrità architettonica delle mura urbane. Dopo la morte di Maria Luisa i lavori vennero nuovamente sospesi per riprendere poi con difficoltà varie e contrasti con gli organi di governo. I lavori per la costruzione dell’acquedotto cominciarono nel 1823 e terminarono completamente, dopo svariate interruzioni, nel 1851. Però già il 21 giugno del 1832 l'acqua potabile arrivava in piazza San Martino.
L’acquedotto è stato progettato per portare dentro le mura di Lucca, mediante due percorsi separati, acqua di maggiore e minore qualità. L’acqua potabile proveniva dalle polle mentre l’altra dalla Serra Vespaiata (costruzione che riuniva le acque del Rio San Quirico e del Rio di Valle). Il posto dove si trova la Serra Vespaiata viene chiamato “Alle parole d’oro” perché la gente del posto aveva scambiato per oro le lettere d’ottone lucente che ricoprivano un’iscrizione scolpita sulla pietra di un piccolo ponte.
Attraverso condotti sotterranei e “bottini d’ispezione” l’acqua arriva al “tempietto-cisterna” di Guamo. Quattrocentosessanta pilastri per una distanza di circa 3.250 metri sostengono 459 archi che hanno sulla sommità due canali per lo scorrimento dell’acqua. Per rendere più stabile la struttura furono costruiti, in modo equidistante, 28 contrafforti per rinforzare i pilastri. Dal “tempietto-cisterna” di San Concordio un condotto forzato entrava in città passando sotto il baluardo San Colombano. Ai lati di quel “tempietto” erano presenti due fontane che facevano sgorgare acqua da una bocca di leone. Oltre a queste due, sono del Nottolini anche altre monumentali fontane del centro storico. Nel progetto del Nottolini era prevista una fontana anche per piazza San Michele, però non è stata costruita.

Premesse storiche a parte, si raggiunge l’acquedotto e il relativo “sentiero” da più punti, che al fine del nostro percorso sono equivalenti.
Esempio di alcuni punti di accesso:
Dal “Tempietto” di San Concordio.


Oppure da Guamo.

Dopo l’accesso, si prosegue sul sentiero non indugiando la via retta (si trovano alcune fontane lungo il sentiero).

Dopo circa 2-3 km si giunge alla fine dell’acquedotto, che termina con una cisterna.



Si prosegue a fianco di un canale interrato.



Dopo alcune decine di metri si oltrepassa un cancello (sempre aperto) e si prosegue ancora lungo il canale interrato. Giunti alla fine di esso si gira a destra e si comincia la salita. Continuiamo il percorso in salita fino a raggiungere le strutture e le vasche destinate alla purificazione dell’acqua.
Ecco, finalmente siamo arivati alle “Parole d’Oro”.



Giunti alle “Parole d’Oro” si imbocca il sentiero a sinistra (rispetto al nostro percorso già effettuato) a fianco di una casetta e la salita è senza indugi dritta seguendo il sentiero.



Arrivati al culmine si gira a destra. Segue una rapida discesa e poi si sale di nuovo. Seguiamo sempre il sentiero; arrivati all’indicazione “Foce di Gallonzora” significa che siamo arrivati sopra la cima di Vorno (vicino all’osservatorio).



A questo punto si segue il sentiero per circa 2-3 in km direzione Sant’Allago finché non s’incrocia una deviazione (ben visibile sulla sinistra). Preseguendo questo sentiero si arriverà alla vetta di Prato a Sigliori.






Difficoltà: Media
Tempi di percorrenza:
1,50h
Attrezzatura:
Consigliato portare attrezzatura per riparazione di camere d’aria.
Acqua:
Indicativamente portare circa 2L di acqua.
Fontane:
presenti lungo tutto l'acquedotto, poche centinai di metri prima dell'imbocco
della strada che porta a Sant'Allago e adiacente ad un metato che si trova poco lontano dalla vetta.

 

 

 

 

A tutto fòo!
Lucca: sentieri e itinerari in mtb

Finalmente arriva Atuttofoo.it. Un sito completo di itinerari e consigli per gli appassionati di mountain-bike di Lucca e dintorni.
Qui trovate anche le storie dei borghi e degli edifici antichi che incontrerete durante i percorsi. A questo si aggiunge il blog di Atuttofoo.it, dove ci confronteremo condividendo consigli ed esperienze sul modo di affrontare le escursioni in bici e sulla manutenzione e il buon uso della mountain-bike.

 
Facebook Youtube Flickr HOME